domenica 7 luglio 2013

Annega Ofelia, che bellezza!


Alvar González-Palacios

"Domenica - Il Sole 24 Ore", 25 novembre 2012

Da un mare di trucioli emerge, in mezzo alla bottega di un falegname, una figura seminuda con le braccia alzate e gli occhi al cielo. È un giovane uomo con una barba corta e dei lunghi capelli sparsi sulle spalle, la veste arrotolata sotto la vita e le gambe sinuose, quasi in posizione di danza. Si indovina che è Cristo non solo per le sembianze ma per la sua ombra che si proietta sul muro di fondo e sembra preannunciare la crocifissione. Dalla bifora si vede un paesaggio mediterraneo e all'interno dell'ambiente sono sparsi oggetti simbolici come due melograni. Sul muro, in corrispondenza dell'ombra ci sono chiodi, pinze e martelli e all'altezza del cuore un peso rosso. La figura inginocchiata a sinistra apre un cofano con una corona e oggetti preziosi; i doni dei Re Magi.
Parliamo di un dipinto eseguito da William Holman Hunt in un paio d'anni a partire dal 1870. È una tela di grandi dimensioni (214 x 168) per la quale il pittore si sentì nel dovere di recarsi in Terra Santa, con uno scrupolo storico e un'ossessiva attenzione per i dettagli. Ogni truciolo, ogni venatura del legno su cui è appoggiata la sega, ogni particolare delle vesti e persino della peluria biondastra del Redentore – atteggiato come un martire del Perugino o, bizzarramente, della Danzatrice coi cembali di Canova – è stato studiato al millimetro. Il risultato è commovente.
Una volta superata la sorpresa e lo stupore per il dettaglio resta comunque l'ammirazione per il sentimento religioso del pittore. Come tutti i preraffaelliti Hunt non manca di una certa morbosità che va oltre lo splendore tecnico della sua arte.
Egli è a mio modo di vedere il più coerente pittore fra i preraffaelliti, una fratellanza fondata a Londra nel 1848 da John Everett Millais, Dante Gabriele Rossetti e Ford Madox Brown. Rossetti, di origine italiana, era forse il più colto; fu anche poeta di un certo merito. I suoi primi quadri toccano talvolta punte liriche con una grande economia di mezzi. La sua Annunciazione (Tate Gallery) è impostata su bianchi, azzurri e gialli, con un solo tocco rosso espresso nel ricamo a destra. C'è un che di giapponese in quel particolare mentre la composizione prova a evocare immagini rinascimentali. L'insieme, che sfiora la metà del secolo, dovette molto interessare le generazioni successive e anche Whistler. Rossetti però non resterà sempre fedele a queste immagini così semplici e così struggenti. Col passare degli anni la sua tavolozza si addenserà e diverrà un perenne omaggio a Tiziano e ai veneziani più sensuali, con protagoniste dalle lunghe chiome alle quali cercherà invano di rifarsi quella cartellonista teatrale che si chiamava Tamara de Lempicka.
Dal punto di vista artigianale forse il più dotato dei preraffaelliti è Millais. Una sua opera resta, a giusto titolo, non solo uno dei quadri inglesi più noti ma uno dei più bei quadri europei della metà dell'Ottocento, l'Ofelia, dipinta subito dopo la metà del secolo e fedele alla narrazione dell'Amleto. La giovane, impazzita e coperta di fiori, si adagia in un rivo intonando vecchie melodie prima che il peso delle sue ricche vesti la trascini sul fondo. La composizione è un pretesto per raffigurare con minuzia da frate medievale infinite specie della flora britannica al punto che alcuni pedanti come il poeta Tennyson criticarono la presenza di fiori che non sbocciano nella stessa stagione. LEGGI TUTTO...

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